Coldiretti attesta il successo: le vendite dell’olio di Puglia all’estero sono aumentate del 60% nel primo semestre del 2024. Un record storico per uno dei prodotti simbolo della dieta mediterranea, che adesso si afferma come uno dei più richiesti anche a livello internazionale. La Puglia è la regione dove si produce almeno il 50% dell’olio di oliva italiano: non a caso è sempre più in vetta alle classifiche del settore enogastronomia. È quanto emerge dall’analisi effettuata da Coldiretti con Unaprol, in occasione della giornata mondiale dell’ulivo. L’analisi è strettamente basata sui dati ISTAT relativi al commercio estero del primo semestre 2024. “Un successo trainato dalla nuova sensibilità verso il prodotto certificato 100% italiano che negli ultimi anni è ormai arrivato a rappresentare 4 bottiglie su 10 tra quelle prodotte” commenta l’associazione.

A cosa si deve la particolarità dell’olio extravergine d’oliva prodotto in Puglia rispetto ad altri con differenti provenienze? Ad approfondire l’argomento è Piero Carrozzo, giovane pugliese che ha deciso di restare nella sua terra e credere in essa dedicandosi alla produzione diretta e alla distribuzione di olio EVO: “L’olio extra vergine di oliva pugliese è incredibile. Non solo per le sue qualità organolettiche dettate da fattori ambientali e durante le fasi di estrazione, ma anche e soprattutto per la presenza di diverse cultivar di ulivo. Ci sono alcune Regioni italiane che presentano pochissime cultivar sul loro territorio. In Puglia se ne contano addirittura 21. Questo comporta una ‘completezza’ d’offerta, avendo a disposizione diversi oli fruttati atti a soddisfare qualsiasi tipo di palato” ha affermato Piero. La stessa produzione di olio EVO è evoluta e progredita, per molteplici fattori, nel corso del tempo: “La produzione di olio extra vergine di oliva ha riscosso importanti miglioramenti e apprezzamenti con il passare degli anni, sia dal punto di vista agricolo, quindi già dal prendersi cura delle proprie cultivar in aperta campagna, sia durante le fasi di estrazione dell’olio. Il consumatore finale è sempre più attento alle sue esigenze alimentari, si informa, legge le etichette per saperne maggiormente, affina il suo palato e la sua sete di conoscenza. Questo, inevitabilmente, comporta la presenza di una domanda sempre più scrupolosa e attenta. Per cui, la sua offerta, dovrà soddisfare le esigenze di chiunque. Tuttavia, ritengo che la strada sia ancora lunga. La trasparenza nei confronti del consumatore finale è tutto ciò che importa: tracciabilità del prodotto e presenza di analisi chimico/fisiche sono importantissime per creare un rapporto di fiducia e di trasparenza tra il consumatore e il venditore” ha osservato Piero.

Così aumentano i controlli nella filiera dell’olio per evitare il rischio di speculazioni sul prezzo d’origine e un gioco al ribasso che pone in una condizione di svantaggio olivicoltori e frantoiani. “Sono proprio loro i custodi della qualità del nostro prodotto” ha sottolineato, invece, il vicepresidente Coldiretti nonché presidente Unaprol David Granieri. Perché oltre il prodotto c’è di più: tradizioni, storie e bagagli di vita, di esperienza, che si tramandano di generazione in generazione in un territorio fertile e rigoglioso. Lo racconta al meglio, con la dedizione che lo contraddistingue verso il settore, Piero Carrozzo: “L’Olio Extra Vergine di Oliva italiano non è un prodotto fine a se stesso. Ogni etichetta racconta una storia di famiglia, di tradizioni, di generazioni, ma non solo: racconta riscatti, racconta sofferenze e tanta voglia di mettersi in gioco. Quando un prodotto racconta una storia, nasce una passione e la voglia di scoprirne di più. Questo lega incredibilmente il consumatore con l’azienda. E, scusate la spocchia, ma noi italiani siamo i migliori nel raccontare storie che creino legami”
Tina Raucci
